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Castello della Rancia, Tolentino

Castello della Rancia, Tolentino

La costruzione fu voluta da Rodolfo II Varano che probabilmente voleva realizzare sia una dimora per la sua famiglia dove passare alcuni periodi dell’anno, sia una fattoria dove conservare granaglie e frutta ma anche per avere un primo avamposto fortificato per controllare i suoi territori e l’importante via di comunicazione dove transitavano merci e pellegrini. Nell’area era presente una casa-torre appartenente probabilmente a un piccolo feudatario. Rodolfo affidò a Andrea Beltrami da Como e Tommaso Berottini di Pollenza il compito di “fabricare costruere et fabricari facere palatium Arancie in loco castellaris Butini”.

 

I lavori di trasformazione durarono circa quattro anni, dal 1353 al 1357. Secondo alcuni studiosi è plausibile che l’edificio preesistente fosse più grande dell’attuale e che avesse intorno un fossato verosimilmente alimentato dal vicino fiume Chienti.

Della costruzione originale probabilmente rimane solo il Mastio, la torre centrale, alta circa 25 metri, originariamente più bassa e poi innalzata per garantire una efficace difesa a 360° dell’intero castello. Passato più volte di proprietà, dai Varano allo Stato Pontificio, nel 1581 il Castello divenne possedimento dei Gesuiti. Nel 1773, a seguito della soppressione dell’Ordine, fu concesso in enfiteusi da Papa Clemente XVI al Marchese Caucci di Macerata e, alla sua morte, ai Marchesi Bandini-Collaterali.

Nel 1782, Pio VI tornando da Vienna sostò nei pressi del castello (un arco trionfale fu eretto per l’occasione) e concesse il Castello e tutti i beni dell’Abbadia di Fiastra al Marchese Alessandro Bandini. La proprietà rimase ai Marchesi Bandini fino al 1973, anno in cui il Castello fu acquistato dal Comune di Tolentino.
 

Il Castello fu centro di numerose battaglie e vicende militari: nel 1377 vi avvenne un accanito combattimento tra Rodolfo, che sconfitto dovette lasciare Tolentino, e i capitani fiorentini Conte Luzzo e Giovanni Acuto; agli inizi del 1400 fu teatro di uno scontro epico tra le truppe di Braccio da Montone e le truppe fermane del Migliorati. Nelle sue sale, nel 1422, fu stipulata una tregua tra Bianca Maria Sforza, moglie di Francesco che voleva riconquistare la Marca, e Niccolò Piccinino che rappresentava il Papa.

L’evento militare più importante è la Battaglia della Rancia del 2 e 3 maggio 1815.

 

Fonte: https://www.tolentinomuseicivici.it/

Foto: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/

Fiero, possente, maestoso, da più di settecento anni il Castello della Rancia è il fido guardiano della vita e dei viandanti della media valle del Chienti e ci racconta storie di battaglie, castellani, donzelle, condottieri e soldati, monaci e contadini, principi e baroni.

Il suo nome si deve probabilmente al fatto che la costruzione originaria si ispira alle vicine grance dei Monaci Cistercensi che all’Abbadia di Fiastra avevano realizzato magazzini per la conservazione dei cereali. Una romantica ipotesi, mai suffragata da documenti ufficiali, lo collega al fatto che all’interno del suo cortile vi fosse un aranceto.

Dimora signorile, masseria, fortezza militare: il Castello ha avuto ed ha tante funzioni, sempre in simbiosi con il territorio che lo ospita.

 

Oggi è luogo di visita tra i più rilevanti della Regione e un importante contenitore culturale: ospita il museo archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, l’esposizione permanente sul Musical della Compagnia della Rancia e mostre temporanee.

Vi si svolgono in ogni stagione spettacoli e concerti, appuntamenti fieristici, festival e rassegne.


Fonte: https://www.tolentinomuseicivici.it/

Foto: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/

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